I capricci del meteo, dalla nebbia al sole, al temporale, non hanno fermato ieri a Riccò la gran finale del Campionato italiano di Triathlon del Boscaiolo.
La competizione nazionale organizzata dall’Abi (Amici Boscaioli d’Italia) e nello specifico di tappa dall’Abat (Associazione Boscaioli Alta Toscana), con il sostegno di sponsor (ditta Emak di Bagnolo in Piano, con i marchi Efco, Oleo-Mac e Oregon), è andata in scena lo stesso col suo spettacolo e numeri da record: mai si erano visti 43 finalisti (provenienti da tutta l’alta Italia) all’ultimo atto, ospitato qui con grande orgoglio grazie al gruppo di “Riccò in Festa” e alla disponibilità della parrocchia, in concomitanza con la 35esima Festa della Castagna che ha assicurato a pranzo le energie di recupero. Le gare al campo sportivo hanno impegnato tutta la giornata: al mattino le qualificazioni, al pomeriggio la fase finale con i 12 rimasti, davanti a un pubblico incuriosito di quasi 150 persone.
Tre le ormai classiche prove, così come lanciate dal reggiano Giambattista Salavolti (presidente Abi) nel 1995, all’ideazione del campionato: l’abbattimento del palo, la sramatura di 39 pioli e la classica sfida d’accetta. Fino all’epilogo più trepidante che si potesse immaginare: a sfidarsi in finale sono stati infatti Lorenzo Magnolini (di Borno, in Val Camonica) e Marco Giordanengo (di Robilante, Cuneo, vincitore uscente del campionato) che erano già in testa alla classifica a punti dopo 18 tappe. Dopo due prove in assoluto equilibrio, all’accetta ha avuto la meglio Magnolini (già vittorioso altre nove volte in stagione), che con la gara ha vinto anche il campionato (terzo Pierpaolo Giordanengo, padre di Marco). Ma a vincere come sempre è stato soprattutto lo spirito da grande famiglia che accomuna questi uomini appassionati di natura e di montagna.
«Nonostante il tempo, abbiamo fatto il record di partecipanti: una soddisfazione» ha commentato Sauro Costi, segretario Abi. «Noi – ha sottolineato Luca Vandelli del gruppo Riccò – siamo una frazioncina di 800 abitanti: ospitare la finale di un evento nazionale è impegnativo, ma anche motivo d’orgoglio. Tutto fatto con il volontariato, e con il cuore».